There's not a word yet, for old friends who've just met.

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    Coral Napier - Neutrale - Nessuna gilda - 18
    La tosse di Coral era peggiorata molto negli ultimi mesi e quando si ammalava gli attacchi erano più forti e i medicinali meno efficaci. Suo fratello Connor l'aveva costretta a letto di modo che evitasse gli sforzi e soprattutto i fumi di Londra, per quanto possibile. Coral sarebbe andata da Benjamin, se solo avesse avuto abbastanza denaro per pagare il biglietto del treno...Le mancava ancora una piccola cifra, che se non fosse stata così mal messa, avrebbe potuto rimediare con un solo taglio di capelli. Connor aveva cercato di darle un "prestito", ma Coral aveva rifiutato -era certa infatti che il fratello non avrebbe mai accettato un rimborso-. Doveva resistere solo a quell'ultimo raffreddore che le bloccava il naso e poi sarebbe tornata a lavoro, evitando così che i suoi fratelli dovessero cederle del denaro...Specialmente Ben, che faceva già così tanto per lei. I Napier si aiutavano a vicenda, questo era un dato di fatto e non c'erano mai dei veri e propri debiti in famiglia, ma non le piaceva farli ammattire per denaro più di quanto già non facesse.
    Tutti in casa l'avevano praticamente servita per tre giorni, preparandole da mangiare soprattutto e Coral non ne poteva più di restare segregata in casa o di essere un peso, così aveva deciso di vedere Love Savage...Il suo medico curante. Che fosse una donna era oltremodo assurdo per molti, ma non per Coral: la ragazza era un talento nel suo campo e forse, un anno e mezzo prima, le aveva addirittura allungato la vita con i nuovi medicinali e il prototipo che la sorella di lei le aveva creato per gestire l'asma.
    Connor le aveva assolutamente vietato di andare fino all'ospedale a piedi, da sola e così aveva preso il calesse trainato da quello stupido cavallo di Wally e deciso di accompagnarla. Fece per aiutarla a salire, ma Coral gli scansò la mano, preferendo fare da sola: non era certo un'invalida, santo cielo! Connor storse il suo adorabile naso e poi si sedette a sua volta, dando una scossa alle briglie di Wally.
    Coral si sistemò la mascherina sulla bocca e il naso, limitando in parte l'aria inquinata e quindi si misero in movimento, verso l'ospedale. Covent Garden era un bel quartiere, tutto sommato, anche piuttosto vivace durante il giorno era sempre pieno di gente: venditori, fornitori, potenziali clienti. Lei era cresciuta in mezzo a quella confusione e quando stava alla fattoria di Benjamin, quasi le mancava il costante chiacchiericcio delle persone.
    Un'automobile passò dall'altra parte della strada, il motore scoppiettò e la marmitta rilasciò del fumo nero che si dissolse verso l'alto, raggiungendo le nuvole già scure di smog...Piuttosto tipiche di quella Londra in piena rivoluzione industriale. Connor lanciò un'occhiata alla macchina, -E tu pensavi davvero che ti avrei lasciata andare all'ospedale da sola nelle tue condizioni?- Disse alzando un sopracciglio. Coral espirò dal naso e decise di non rispondere, sapendo che comunque le sue ragioni non sarebbero valse a nulla con lui...E che infondo Connor avesse ragione: era troppo rischioso e un dispendio inutile di energie.
    Quando giunsero a destinazione l'ospedale era piuttosto affollato, come sempre, di gente malata o ferita. Entrarono per cercare la dottoressa, ma quasi subito fu comunicato loro che Love non era presente. -Portami a casa sua, Love mi ha dato il permesso di farle visita lì se fosse stato urgente- disse Coral e così Connor riprese in mano il calesse e tornò in direzione di Covent Garden, lasciando Coral davanti alla casa di Love.
    La giovane Napier fece i pochi scalini che la separavano dalla porta principale, quindi bussò utilizzando il batacchio e attese che qualcuno le venisse ad aprire.
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    Quel giorno aveva fatto solamente la mattinata in ospedale, poi aveva preso mezza giornata di ferie per far visita a Shane Napier, il suo fabbro preferito prima che cambiasse fazione e diventasse un isterico pazzo. Aveva camminato in territorio Molowny, un rischio non indifferente per una persona sulla lista dei ricercati, e li aveva visti, ci aveva camminato affianco provando un disgusto che ancora non riusciva a descrivere. Uno di loro, perchè solo uno mancava all'appello, poteva aver ucciso suo padre e sua madre, poteva avere le mani macchiate del sangue dei suoi genitori. Solo dopo aver fatto fuori anche lui la piccola di casa Savage avrebbe avuto pace; o così pensava perchè la vendetta la stava lentamente consumando, rendendola lo spettro di sè stessa.
    L'incontro col Napier era fallito miseramente. Shane non le avrebbe fabbricato altre altri e non solo, erano riusciti addirittura a litigare e, alla fine, Love se ne era andata via sbattendo la porta dietro di sè. Aveva chiesto un aiuto, da un suo vecchio conoscente a cui lei non aveva mai fatto nulla e lui non aveva fatto altro che guardarla con sdegno, neanche degnandosi di darle una reale spiegazione. Il Napier era sempre stato difficile, di poche parole e molto riservato, molto sulle sue, ma mai l'aveva trattata in quella maniera e ciò aveva fatto salire il sangue al cervello alla giovane. E così con rabbia si era addentrata nuovamente a Westmister prima di arrivare a Camden Town. Non avere alla vista i segugi Molowny era un sollievo...
    Si trascinò a casa, passando prima da Charlie per un breve saluto. Vedeva la sorella raramente ultimamente, sopratutto a causa dei suoi orari pazzi e delle ronde notturne in aiuto dei Vigilantes. Non avrebbe mai permesso che accadesse nuovamente quello che era accaduto alla sua famiglia. Aveva salutato Charlie e poi era tornato a casa, venendo immediatamente invasa dalla rabbia. Si cambiò con un paio di pantaloncini corti in pelle e un corpetto leggermente slabbrato e consunto con maniche in lunghe in pizzo. Si fiondò sotto la doccia, cominciando a sentire la rabbia venire portata via dall'acqua fredda, quasi ghiacciata. Ancora non capiva il perchè quell'incontro la avesse fatta arrabbiare così tanto, dopotutto cosa doveva aspettarsi da quell'uomo?
    Uscì dalla doccia si asciugò in fretta prima di coprire i capelli con un grande asciugamano e andare a guardare chi aveva bussato alla porta. Guardò l'orologio notando che erano da poco passate le cinque.
    Arrivo mormorò, frizionando i capelli con l'asciugamano. Aprì la porta con attenzione, sbirciando prima dallo spioncino, trovando così due occhi chiari e limpidi a guardarla. Fu allora che aprì la porta con un sorriso, guardando Coral Napier, capendo immediatamente perchè era lì.
    Cosa è successo Coral? domandò con voce calma e tranquilla. Non voleva certo farla spaventare! Per questo bastava suo fratello Connor! La invitò in casa, chiudendo la porta dietro di lei, prima di guardare la giovane davanti a sè. Sapeva benissimo che Coral non sarebbe mai venuta a casa sua se non per qualcosa di estremamente importante e questo la faceva un pò preoccupare.
    Vieni, siediti disse subito, porgendole una sedia per farla sedere in modo da non farla affaticare ulteriormente. Coral le piaceva, era una brava paziente e stavano anche diventando amiche perchè durante le loro sedute capitava che parlassero del più e del meno, ovviamente faceva bene al cuore di Love, la faceva sentire più...normale
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    Love l'accolse con un enorme asciugamano avvolto sulla testa e Coral sorrise divertita da dietro la mascherina. Era buffa. Dopo il suo invito, la giovane Napier entrò in casa. Istintivamente si chiese se Love vivesse con sua sorella, non glielo aveva mai chiesto e quella era la prima volta che entrava nel suo appartamento da quando si conoscevano.
    -Ciao, Love...Come stai?- Chiese educatamente.
    Era evidente che, economicamente, Love se la passasse meglio di loro, ma immaginava che con il lavoro che faceva e la Gilda di cui faceva probabilmente parte, fosse facile permettersi un posto del genere. Lei, in più, doveva mantenere solo se stessa...Non aveva una madre malata e una sorella manata a cui pagare le medicine. O almeno così sperava Coral. I Napier non vivevano una situazione facile, ma non si erano mai abbattuti per quel motivo: la vita andava avanti e loro dovevano stare al passo al meglio delle loro capacità, aiutandosi a vicenda giorno per giorno. Anche se alcuni membri erano lontani, o disinteressati alla famiglia, non sarebbero stati lasciati indietro: se c'era una cosa che i fratelli avevano imparato, durante la bella infanzia, era proprio l'unità e l'importanza dei legami famigliari. Per Coral era difficile estendere tale pensiero anche a Dafne...Ma come biasimarla? Sua sorella era una squilibrata, letteralmente e c'erano tante cose di lei di cui Coral era all'oscuro, ma non ci teneva particolarmente a saperle. Temeva che avrebbe finito per odiarla e questo sarebbe andato contro tutti i suoi principi.
    Coral sedette sulla sedia offertale da Love, in cucina. La stanza più calda della casa, poi si tolse la mascherina lasciandola appesa al collo, -La mia tosse è peggiorata. Mi sono ammalata giorni fa e da allora continuo a tossire più forte e le medicine fanno meno effetto, perché è come se l'asma stesse diventando meno gestibile...- Espose il problema con sguardo preoccupato, toccandosi la gola con le dita sottili e fredde. Si tolse il cappotto, appendendolo allo schienale della sua stessa sedia, -Gli attacchi sono più frequenti- aggiunse, storcendo appena le labbra.
    Quando l'asma la colpiva e stava davvero male, temeva sempre di morire. La sensazione di non riuscire a respirare, il petto oppresso e il panico. La prima volta era marchiata a fuoco nel suo cervello, l'unico conforto era stata la mano di suo fratello Shane stretta alla sua, i suoi occhi glaciali, ma dolci e preoccupati fissi su di lei. Si era rifiutato di tornare a casa per la notte, nonostante Connor si fosse proposto di prendere il suo posto.
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    La Savage vide la ragazzina entrare, i lunghi capelli scuri, gli occhi chiari guardarono l'arredamento della casa e la mascherina nascondeva la sua bocca. Era stata Love a consigliargliela, in modo da cercare di filtrare un poco l'incredibile smog che c'era a Londra. Con l'ascesa delle industrie l'aria si era fatta praticamente irrespirabile; era sporca e nera e sembrava attaccarsi ai polmoni come catrame. Ovviamente non faceva affatto bene a nessuno, sopratutto non a Coral che ne risentiva più di altri.
    Potrebbe andare meglio...ma anche peggio. Ma non si direbbe lo stesso di te sussurrò Love guardando la piccola di casa Napier sedersi. La mascherina finalmente si abbassò rivelando un sorriso sincero e buono. Coral le era piaciuta fin da subito. Era sicuramente una brava ragazza e persona, molto responsabile per la sua età e anche testarda come molti dei suoi fratelli. A volte poteva rivedere in lei sia Shane che Connor; aveva preso il meglio dei suoi fratelli maggiori fortunatamente!
    Love si mise a preparare del the caldo mentre sentiva la mora parlare e chiuse più volte gli occhi, aspettandosi che ciò sarebbe successo. L'aria di Londra non faceva per lei e questi erano purtroppo i risultati; doveva darle retta quella volta, doveva allontanarsi dalla città.
    Sai cosa dovresti fare per stare un pò meglio disse il medico, alzando la teiera per metterla sul tavolo, prendendo poi due piccoli bicchieri posandoli sul tavolo. Il the caldo le avrebbe fatto sicuramente bene, scaldandola e creandole sollievo alla gola. Love si sedette sulla sedia di fianco a Coral, guardandole la gola sottile
    Dovresti andare via da Londra...farti qualche mese fuori, in campagna.Tuo fratello Benjamin sarebbe sicuramente felice di averti nuovamente con sè e per la tua asma sarebbe una manna dal cielo disse Love, prima di avvicinare la sedia alla ragazza, cominciando a tastarle delicatamente la pelle sottile della gola, scusandosi per il fastidio che le stava procurando. Coral era stata fortunata anni prima a cambiare medico e a trovare sopratutto Charlie; era il suo strumento che le permetteva di fare una vita decente.
    é tutto terribilmente infiammato, persino i linfonodi sono ingrossati.... disse Love, allungandole una tazza con del the dentro. Le dispiaceva terribilmente per lei, era così una brava ragazza! Non era giusto che soffrisse in quella maniera e ciò le procurava rabbia e delusione, anche verso sè stessa che non riusciva a risolvere o migliore quel problema.
    Per la tossa ti do io qualcosa, inoltre cerca di coprire bene la gola e di bere qualcosa di caldo più volte al giorno. Per l'asma posso fare ben poco se continui ad ostinarti a rimanere in questo posto...ma sicuramente lavorerò con Charlie per un inalatore nuovo e una nuova medicina da iniettare. Spero che ciò basti, ma te devi uscire da Londra disse, guardandola dal basso verso l'alto e quasi con rimprovero. Doveva ascoltarla quella volta, assolutamente! Dannazione era la sua vita! Non poteva continuare ad ostinarsi a non ascoltarla e rimanere a Londra. Certo, non poteva biasimarla perchè c'era sua madre là, ma piuttosto le avrebbe promesso di aiutarla lei stessa pur di riuscire a farla allontanare e farla vivere anni in più. Era testarda, quello lo aveva notato, ma sicuramente Love lo era di più e l'avrebbe portata lei stessa da Benjamin, anche a costo di trascinarla dietro di sè.

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